Gli originari abitanti di San Paolo provenivano dalla retrostante collina di Castel Cicala, dalla cui sommità discesero – attratti dalle migliori condizioni dei luoghi – per dedicarsi alla coltura dei campi. Nacquero così i primi nuclei abitativi denominati San Paolo, Liber (Liveri) e Bardi (l’attuale frazione di Livardi). Il nucleo più importante dovette essere proprio San Paolo, così denominato in onore del Santo egiziano San Paolo di Tebe, vissuto verso la seconda metà del III secolo d.C. (228 circa-335 circa) e considerato dalla tradizione cristiana il primo santo Eremita.
Col tempo le attività dei tre originari nuclei abitativi si diversificarono, e mentre gli abitanti di San Paolo si dedicarono prevalentemente all’artigianato e quelli di Livardi all’agricoltura quelli di Liveri invece iniziarono a coltivare le arti liberali. San Paolo Bel Sito si sviluppa lungo l’asse Nola-Lauro-Palma Campania che ricalca, secondo alcuni studiosi, il tracciato dell’antica via Popilia. Importanti rinvenimenti archeologici nelle località Vigna, Montesano e Campo Stella, testimoniano l’intensa occupazione dell’area sia in epoca protostorica che romana. All’età del Bronzo Antico è riferibile l’eccezionale scoperta degli scheletri di due individui morti a causa dell’eruzione vulcanica cosiddetta delle “Pomici di Avellino” (XIX-XVIII secolo a.C.). Gli scheletri sono stati il punto di partenza di un progetto che ha messo insieme vulcanologia, archeologia e antropologia fisica, in una sorta di CSI: Vesuvio. In dieci anni questa ricerca ha permesso di riscrivere la storia del vulcano…
L’uomo e la donna sepolti, infatti, non stavano fuggendo dalla famosa eruzione del 79 d.C., che seppellì Pompei ed Ercolano. Vivevano, invece, in uno dei numerosi villaggi preistorici che durante l’Età del Bronzo costellavano quella bella e fertile pianura Altri rinvenimenti si riferiscono ad un abitato del Bronzo Finale (XI-X secolo a.C.), ai resti di un tempio italico (IV-III secolo a.C.), a quelli di una villa romana del tardo periodo repubblicano-prima età imperiale nonché a sepolcreti con tombe sannitiche e romane. L’insediamento odierno di San Paolo sembra abbia avuto origine in epoca tardo medievale – come attestano fonti coeve del XIII e XIV secolo – dall’unione e dalla successiva fusione di due nuclei abitativi separati, ognuno con la propria chiesa parrocchiale, presenti sul territorio.
L’appellativo “Bel Sito” fu aggiunto al toponimo originario dopo l’unità d’Italia, per distinguere questo paese da altri con simile nome. Con tale appellativo, trasposizione del termine greco ghè kalè (terra bella) da cui deriverebbe il nome di Cicala, si sono volute ricordare le origini del paese. La felice posizione geografica, congiunta alla bellezza naturale del paesaggio, contribuì, dalla fine del XVIII fino agli inizi del XX secolo, a far assumere al paese il ruolo di ricercato luogo di villeggiatura da parte dell’aristocrazia partenopea.
Ville e monumenti storici:
- Villa Montesano comunemente riconosciuta come Montesanto, posta su una modesta altura appena fuori dal centro abitato del paese. Famosa anche per i nobili che l’abitavano: I Mastrilli, i D’Aquino Pico, i Capecelatro, i Della Valle di Casanova. Vi soggiornò Domenico Cimarosa, che qui compose “Il matrimonio segreto”. La villa è ricordata per l’incendio appiccato dalle truppe germaniche in ritirata, dopo l’armistizio del 8 settembre del 1943; nel quale andarono compromesse e rovinate parte della struttura interna dell’edificio (che non è più risorta) e molti documenti dell’Archivio di Stato di Napoli , li portati per salvarli dalla furia della guerra. Attualmente la sede di un noto ristorante.
- Villa Bellosguardo, una volta casa di villeggiatura di Capecelatro, si pensa sia stata eretta sui resti di una villa di epoca romana: Due palme secolari incorniciano l’ingresso, e sul fondo i ruderi del castello di Cicala offrono alla vista uno scenario suggestivo e raffinato.
- Palazzo Accinni, un antico Palazzo Ducale sito in prossimità di Piazza Camillo Santorelli. Costruito con ogni probabilità nel XVI
sec. ad opera dei signori Mastrilli, fu ristrutturato nel ‘700 per iniziativa di Giacomo Milano, principe di Ardore, Marchese di San Giorgio e duca di Santopaolo, e infine acquistato nell’800 dalla famiglia aristocratica degli Accinni, di cui conserva tuttora il nome. Merita senz’altro menzione poi la presenza di alcuni elementi tipici dello stile tardo-barocco al tempo tanto in voga nella capitale partenopea, quali gli eleganti motivi decorativi detti ad “ali di falco” che sormontano la finestra e i balconi posti ai lati del portone.
- Villa Imperiale, appartenuto in origine alla famiglia dei marchesi Imperiali. Nella prima metà del XX secolo fu acquistata dalla famiglia De Sena e trasformata in una clinica, Villa Maria, all’epoca una delle più importanti.
- Chiesa parrocchiale di San Paolo I Eremita e Santa Prima Martire, risalente al periodo fra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo e fu costruito in sostituzione delle due antiche chiese parrocchiali di San Paolo I Eremita e Santa Prima Martire cadute in rovina. L’interno della chiesa, a navata unica, presenta una decorazione settecentesca con altari in pregiati marmi policromi, organo e pulpito in legno stuccato e dorato. Notevoli sono i dipinti del soffitto, firmati e datati da Nicola Cacciapuoti nel 1751, e quello raffigurante Santa Prima Martire di anonimo autore caravaggesco, della prima metà del XVII secolo.